Soggiorno estivo Anffas: la scoperta della Sicilia

Nel mese di luglio Anffas organizza il soggiorno estivo dedicato a giovani dello spettro autistico, accompagnati da esperti professionisti che li seguiranno nelle attività ludiche e formative di tutti i giorni. Alloggiati in comodi appartamenti a Butera ridente e tranquillo paesino della provincia di Caltanissetta, il cui centro storico è situato a 400 slm, il gruppo vivrà diverse esperienze di vita, lontano dal contesto familiare, diventando una preziosa opportunità di inclusione sociale e di indipendenza in un contesto divertente e sicuro grazie ai giusti supporti garantiti dall’alta professionalità degli accompagnatori. Gite al mare, passeggiate e visite presso i paesi di Butera, Gela, templi di Agrigento, Cefalù, Caltagirone, permetteranno di scoprire una Sicilia dimenticata e di sperimentare qualche giornata in un contesto estraneo a quello quotidiano. Il gruppo sarà guidato nelle attività giornaliere da un nutrito gruppo di professionisti, sempre a disposizione per qualsiasi bisogno: la loro presenza è fondamentale non solo nelle piccole necessità, ma anche per fornire un supporto ai giovani su come gestire situazioni di indipendenza che non hanno mai sperimentato, garantendo così il coinvolgimento attivo e strutturato di ciascun partecipante.

Gli obiettivi prefissati per il soggiorno sono:

  • Applicazione delle abilità acquisite. Uscite serali ed escursioni permettono ai ragazzi di conoscere ed instaurare nuovi rapporti sociali, comunicativi e comportamentali. All’inizio della vacanza-convivenza, ogni partecipante riceverà una piccola lista di compiti da rispettare e di “consigli utili” in modo da seguire un adeguato comportamento per una convivenza più semplice e costruttiva all’interno del gruppo.
  • Reportage su una Sicilia dimenticata. Durante e dopo la permanenza a Butera, il gruppo, insieme al supporto degli accompagnatori, realizzerà un reportage composto di foto e video in cui secondo il loro punto di vista racconteranno quella parte della Sicilia dimenticata, fatta di meravigliosi paesaggi, racconti e rovine, riscoprendo antiche radici. L’obbiettivo è quello di insegnare a raccontare, far collaborare tutto il gruppo, sperimentarsi nelle tecniche multimediali ed esprimere secondo i propri gusti ciò che si è visto e provato durante il soggiorno.
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CinemAutismo 2022, 30 marzo e 2 aprile

Anffas Torino APS e Fondazione Anffas Torino Dignitade Onlus sostengono la XIV edizione di CinemAutismo nella giornata dedicata: il 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, anche online.

Questo evento nasce più di 13 anni fa dall’idea di Paolo Maranini e Marco Mastino che, notando sempre più il significativo interesse del cinema verso il mondo dell’autismo, decidono di dedicare a tal proposito un’intera rassegna cinematografica. Grazie all’immediatezza e al coinvolgimento emotivo delle scene, è stata pensata con lo scopo di avvicinare il più possibile la società ad un mondo vasto, variegato ed ancora troppo poco conosciuto com’è l’autismo: stimolare la curiosità ed il dibattito sono fondamentali per aumentare l’informazione e per rendere l’argomento meno “invisibile”. Produzioni interamente dedicate al tema dell’autismo risultano essere una delle metodologie migliori e più impattanti per far percepire al pubblico ed al mondo esterno che l’autismo esiste ed in tante forme diverse: a volte con le immagini si possono trasmettere e capire molte più cose.

Dalla sua prima edizione a Torino il 26 maggio 2009 con il primo titolo di “Un minimo gesto” e la collaborazione con Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), ad oggi è diventato un evento in rapida crescita, arrivando a rappresentare un punto di riferimento a livello nazionale, accogliendo ogni anno un grande numero di curiosi spettatori.

Per rimanere informati sul programma dell’evento e sulle proiezioni di questa edizione consigliamo di consultare le pagine di Facebook e Instagram di CinemAutismo: qui saranno anche pubblicati eventuali dettagli.

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“Sul sentiero blu”: ragazzi autistici in viaggio

La ricerca del giusto contatto e della giusta distanza sembrano essere la questione al centro dell’ultima opera di Gabriele Vacis. Obiettivo specifico che si dichiara fin dai primissimi fotogrammi: quando la macchina da presa, subito gettata in medias res, si insinua cautamente in mezzo al gruppo di ragazzi in procinto di partire per il cammino lungo la Via Francigena.
L’occhio cinematografico punta, dunque, immediatamente a instaurare un rapporto con i ragazzi autistici protagonisti della storia; a “stare con”, ad accompagnare e interagire per vie che non vengano avvertite come indiscrete e, come sempre il cinema richiede, che vadano a scavare sulla superficie delle cose al fine di restituire una realtà autentica, seppure figlia propria dell’artifizio filmico. Il contatto istituito dalla macchina da presa è, tuttavia, nella forma delle cose, uno soltanto degli elementi da considerare quando costituire il contenuto diegetico è la dimensione autistica stessa; quando ciò che lo spettatore si trova a osservare è “una condizione dello stare al mondo” che giustappunto nelle interazioni sociali può facilmente fare attrito. Pertanto, quello che la voice over iniziale annuncia come “impresa che ha dello straordinario” non è che l’operazione stessa dello stare insieme: allontanandosi, prima di tutto, dalle consolatorie routine del quotidiano; dal porto sicuro della famiglia; da ciò che, stereotipato, ritualizzato in infiniti modi, viene spesso prodotto come strumento di protezione o tentativo di (ri)costituire un ordine. E ricominciare dal con-tatto col gruppo, con la natura, con una realtà che turba e commuove.

Il cammino lungo l’antica Via Francigena, 200 km in totale, suddivisi in 20 km giornalieri fino a Roma,  per il gruppo di ragazzi assume da subito i tratti caratteristici del famigerato “viaggio dell’eroe” trapiantato dal mito al cinema: lo scoramento nei momenti di più grande difficoltà; le salite e le cadute durante il tragitto; i personaggi incontrati che potranno aiutare i protagonisti o esser loro di intralcio; la forza d’animo che spinge l’eroe a proseguire nonostante la fatica; la presa di coscienza di limiti e capacità individuali; la crescita interiore che l’avventura potrà apportare a ciascuno.

Il viaggio (quindi il film), ad ogni tappa, si arricchisce sempre più di nuove immagini; di storie vere o simulate; popolandosi di personaggi disneyani e biblici; indovinelli e giochi tirati in ballo per passare il tempo e sentire meno la fatica. Il percorso si arricchisce, dunque, di nuovi punti di vista sul mondo.

I ragazzi, con il sostegno dei loro educatori, imparano a esprimere per immagini e similitudini sentimenti di gioia, rabbia, sofferenza; portando così in superficie tutta la loro ricchezza interiore, luoghi comunemente sepolti sotto stereotipie e/o parole ossessionate. È esattamente in quei meandri di libera espressione che emergono prepotentemente sentimenti di potenza universale: il desiderio di   vedere   un’aquila   volare   libera, canticchiare   all’unisono con la natura, guardare l’altro e desiderare solo d’esser ricambiati. Non ci sono storie d’amore funzionali costruite intorno a questi personaggi; bensì, incontri che hanno il carattere impetuoso e inspiegabile dell’evento. Perché, per definizione, un incontro accade realmente solo all’infuori di ciò che è programmato e programmabile; oltre le dinamiche e i ruoli sociali precostituiti; fuori dalla regolazione del mondo alla quale il gruppo cerca tuttavia di adattarsi imparandone i codici.

Ciononostante, il film di Vacis lascia indietro l’aspetto educativo, quell’imparare a stare nel mondo neuro tipico per non esser ritenuti dei “diversi”, perché sa dove andare a cercare la magia.

Nel vento, tra i fili d’erba, nelle dinamiche di sguardo impreviste.

Così, l’incontro ultimo, “miracolosa” conclusione del pellegrinaggio, non sarà da considerarsi occasione per mettere in atto le tecniche del saluto apprese durante il percorso. Sarà, al contrario, possibilità di abbattere la barriera della distanza imposta, la foto di gruppo tutti insieme, vicinissimi alla figura del Papa, e imparare la lezione più grande alla quale l’eroe potesse in ultimo sopraggiungere. Conservare, comunque sia, la magia interiore. Umorismo e cuore.

Martina Puliatti

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Sestriere e SportDiPiù: slalom di solidarietà

Domenica 20 marzo a partire dalle ore 10:00 sulle piste di Sestriere, si è svolta la Miscion Possible2, competizione sciistica Slalom gigante di Solidarietà a cui hanno partecipato ragazzi e ragazze con disabilità fisica, sensoriale ed intellettivo-relazionali. Prendendo parte alla gara, i concorrenti, non solo danno grande dimostrazione di cosa voglia dire superare con successo i limiti imposti dalla disabilità, ma hanno sostenuto la raccolta fondi organizzata da SportDiPiù, promotrice della manifestazione: l’intero ricavato, infatti, sarà destinato all’acquisto di nuove attrezzature per le squadre di atleti.

Ormai da 22 anni l’associazione SportdiPiù si occupa di diffondere il più possibile la pratica sportiva tra le persone con disabilità, per dare modo di sviluppare le proprie capacità, sfidare continuamente i limiti personali, divertirsi, far parte di una realtà agonistica ma soprattutto di un gruppo di persone con cui condividere la stessa passione, ma anche le stesse sfide.
Sci nordico, su erba, alpino, ice hockey, snowboard, e tennis sono gli sport su cui maggiormente si concentra l’associazione e, grazie alla quale, ogni giorno si cerca di abbattere gli stereotipi a cui erroneamente si possa pensare quando si parla delle persone disabili che praticano sport.

Per scoprire tutte le iniziative sportive promosse da SportDiPiù, vi consigliamo di visitare il loro sito internet https://www.sportdipiu.it/

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Scambio internazionale con il progetto “Play to communicate”

Quest’anno Anffas svolge il progetto “Play to communicate”. All’interno del programma Erasmus+ di scambi internazionali, training courses ed erasmus universitario, questa esperienza internazionale di una settimana ha come obbiettivo ultimo l’esperienza di vita comune e lavoro di gruppo da parte di ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva e no. Il gruppo sarà composto da 24 persone: 16 ragazzi e ragazze con e senza disabilità non solo intellettiva tra i 18 ed i 30 anni, 4 group leader, 3 accompagnatori, 1 facilitatore.

Attraverso le attività di gruppo saranno sviluppate soprattutto le capacità di:

  1. Indipendenza dei singoli. Le attività esterne ed i workshop serviranno per sperimentare cosa significhi interagire “da soli” con il mondo esterno e prendere decisioni indipendenti in vista di una vita indipendente in futuro. A questo scopo saranno organizzate inoltre simulazioni sociali, come un colloquio di lavoro, per acquisire una piccola ma importante esperienza formativa.
  2. Conoscenza di culture diverse. I 16 ragazzi che prenderanno parte allo scambio interculturale provengono da Italia, Spagna, Romania e Turchia. La musica è stata scelta per facilitare la comprensione delle diversità nonché la comunicazione all’interno del gruppo, in quanto risulta essere un metodo universale attraverso cui conoscere l’altro, comunicare pensieri, emozioni e sensazioni senza necessariamente l’uso della parola. Attraverso la musica, i partecipanti avranno soprattutto l’opportunità di raccontare la propria cultura e se stessi.

Anffas avrà il ruolo di associazione coordinatrice del progetto, responsabile dell’organizzazione di tutte le attività, delle tempistiche ed attività di preparazione del gruppo prima della settimana di scambio. I partecipanti saranno ospitati nell’ex colonia del Comune di Torino, nei pressi della stazione ferroviaria di Loano, in provincia di Savona: la sistemazione è stata scelta in quanto già utilizzata precedentemente per altri progetti organizzati da Anffas e rivelatasi adatta per ospitare gruppi di giovani con disabilità.

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Percorso formativo Special Olympics “Coach for Inclusion”

Il Percorso Coach for Inclusion nasce in funzione degli Unified Sports (sport praticati da disabili e normo dotati insieme) e per formare dei Coach Inclusivi di disciplina. Con questo percorso non si tende a creare semplici allenatori di Sport, ma ad introdurre tecnici qualificati e specializzati sul mondo Special Olympics e per creare una nuova figura di “Coach Inclusivo”, che conosca il movimento, la filosofia, gli unified sports, i programmi, gli adattamenti, le particolarità dell’allenamento con persone con disabilità intellettiva. Coach For Inclusion è particolarmente indicato per allenatori già brevettati con Enti e Federazioni, Laureati in scienze motorie/dip. ISEF; un percorso utile anche per volontari con comprovata esperienza nel sociale e nello sport, ex giocatori, operatori e educatori di base che utilizzano lo sport come strumento per l’inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva, o per tutti coloro che desiderano comprendere ed avvicinarsi, attraverso competenze sportive, al programma Special Olympics.

Il percorso formativo Special Olympics è suddiviso in tre livelli ad accesso graduale. Attraverso la partecipazione ai corsi sarà possibile acquisire la qualifica di “Coach Inclusivo” per la disciplina sportiva di interesse. Alla fine di ogni seminario, della durata di 8 ore ciascuno, verrà rilasciato un attestato di partecipazione e si verrà inseriti nell’albo Tecnico Sportivo di Special Olympics Italia. Concluso il percorso con la partecipazione al seminario di 3° Livello, per l’acquisizione del brevetto e il rilascio della qualifica di Coach Inclusivo, si dovrà sostenere una prova di esame finale consistente in un test a risposta multipla inerente i contenuti del percorso svolto nei tre livelli, assieme ad una tesina con argomenti che verranno consigliati dai nostri Formatori Tecnici Nazionali di Disciplina. L’obiettivo è formare tecnici che conoscano ogni aspetto dell’allenamento con persone con disabilità intellettiva.

Il primo livello è in programma sabato 2 aprile online: la scadenza delle iscrizioni è fissata a venerdì 25 marzo. Per chi fosse interessato può effettuare la sua iscrizione tramite il sito https://www.sisoi.it/FormFormazioneSOI/dettagliCorso.php?corso=264

Rinnovo quota associativa 2022

Diventare socio Anffas significa entrare a far parte di un’associazione di familiari, composta da persone che, insieme ai loro cari, affrontano sfide imposte dal convivere quotidiano con la disabilità intellettiva e relazionale.

Le famiglie di Anffas da più di 60 anni uniscono forze e competenze non solo per aiutarsi e sostenersi vicendevolmente, ma per aiutare e sostenere chi, come noi, si è trovato improvvisamente di fronte a questo mondo inaspettato e che spesso ci spaventa.

Decidendo di diventare un socio Anffas, si entra a far parte di un mondo che crea una rete di sostegno a cui potersi rivolgere per molte necessità o anche solo per poter esternare il nostro vissuto e le nostre emozioni a persone che possano comprenderci appieno in quanto vivono le nostre stesse situazioni. Inoltre, unendoci, si crea la possibilità di avere uno strumento con cui amplificare le nostre voci nei confronti delle istituzioni: più siamo e più forte ci dovranno sentire e, speriamo, anche ascoltare.

L’Anffas siamo noi!

 

Nominativo: ANFFAS TORINO APS
Causale: quota associativa 2022
IBAN: IT11P0301503200000003692002

Faro delle orche

Il faro delle orche: natura e autismo

Peto, guardiano di un remoto faro a sud della Patagonia tranquillo nella solitudine insieme alle sue amate orche è costretto a confrontarsi con Lola, una mamma proveniente dalla Spagna, e con il figlio autistico Tristan. Certo che quello non sia il posto adatto per gente di città e tantomeno per un bambino affetto da disabilità, Peto è inizialmente infastidito dalla loro presenza: successivamente si accorgerà di quando sia profondo e meraviglioso il rapporto che riesce ad instaurare con i due, condividendo l’immensa passione per la natura che li circonda.

Il faro delle orche è disponibile su Netflix anche in lingua italiana.

Marina D'Alberto

Il nostro servizio S.A.I.? raccontato a Rai 3

Marina D’Alberto, responsabile del servizio S.A.I? di Anffas Torino, è stata intervistata da Rai 3, all’interno dei programmi dell’accesso regionale, per spiegare cosa sia il Servizio di Accoglienza e Informazione della nostra associazione.

Il S.A.I?, spiega Marina, è un luogo fisico in cui le famiglie possono recarsi per ricevere supporto, informazione e ascolto: l’accoglienza di persona è infatti fondamentale per non far sentire sola la famiglia nei suoi bisogni e nelle sue domande, per comprendere fino in fondo quali siano le soluzioni che meglio si adattino alle singole situazioni.

Il servizio prevede anche l’assistenza nelle pratiche burocratiche con scuole, istituzioni, occupandosi di richiedere tutele e amministrazioni di sostegno compilando con le famiglie rendiconti ed istanze annuali compresa la consegna diretta alla Cancelleria del Tribunale.

Anffas inoltre si avvale del supporto professionale di un avvocato per le pratiche per la tutela giuridica e i ricorsi all’Inps e di un pedagogista per il supporto in ambito scolastico.

In fine Anffas garantisce il supporto per il rispetto della legge 104 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili.

La sede di Torino si trova in via Carlo Bossi 24: è possibile richiedere un appuntamento, telefonando allo 011-3810723.
Per maggiori informazioni sul S.A.I.?: https://www.anffastorino.it/cosa-facciamo/servizio-sai/

Scritta INPS e banconote

Assegno di invalidità: per chi e come fare

L’assegno di invalidità è una prestazione economica riconosciuta dall’Inps a chi presenta una riduzione della capacità lavorativa, tra cui mutilati, invalidi civili con un’età compresa fra i 18 anni e i 67 anni per cui sia stata accertata una invalidità civile compresa tra il 75% ed il 99%.

Quali sono i limiti?

Per poter ottenere il contributo, gli interessati, nonché i percettori dell’assegno escludendo coniugi e/o altri familiari devono:

  1. essere cittadini italiani residenti in Italia, a cui si aggiungono i cittadini comunitari ed extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio italiano.
  2. rientrare in alcuni limiti reddituali previsti dall’Inps.

Come richiedere l’assegno di invalidità?

È necessario allegare alla domanda disponibile sul sito Inps, tutta la documentazione medica che certifichi la situazione del soggetto invalido compilando il mod.SS3.  Acquisita tutta la documentazione, sono disponibili tre diverse modalità per inviare la domanda di richiesta:

  • onlinesul sito dell’INPS, tramite il servizio dedicato;
  • attraverso il contact center, chiamando il numero 803 164 da rete fissa o il numero 06 164 164 da rete mobile;
  • oppure, rivolgendosi a enti di patronato e intermediari dell’INPS.

Una volta ricevuta la richiesta, in circa due settimane l’Inps inviterà ad un colloquio per effettuare accertamenti, prima di confermare lo stato ed il grado di invalidità.

Inoltre, nel nuovo anno corrente secondo la Circolare n.197 del 23 dicembre 2021 sono state predisposte nuovi aumenti compresi fra i 2 e i 5 euro per tutte le categorie di invalidità.

Qui la sezione dedicata del sito Inps: https://www.inps.it/prestazioni-servizi/come-richiedere-un-sostegno-economico-per-invalidita-civile

Qui il mod.SS3: https://www.inps.it/news/certificato-medico-introduttivo-ss3-online