Ministro Erika Stefani

Il Ministro Erika Stefani: “Grazie Anffas per il sostegno alle famiglie delle persone con disabilità”

Anche il Ministro per le Disabilità Erika Stefani ha partecipato al convegno di Anffas nazionale in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre. Il titolo: “Progettare qualità di vita: l’evoluzione della legge 112/2016. L’esperienza del progetto Anffas “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”. Pubblichiamo il video.

L’intervento del Ministro: “Lavoriamo insieme sulla disabilità”

Segnaliamo al minuto 40 l’intervento di Erika Stefani. Il Ministro conclude con un appello a “lavorare insieme”, ovvero alla co-progettazione e alla co-programmazione. E ringrazia Anffas “per il lavoro a favore delle famiglie e delle persone con disabilità”

Costruzione mattoncini legno

Disabilità, il Progetto Individualizzato per la Vita Indipendente

Progetto Individualizzato per la Vita Indipendente: l’obiettivo principale di tutte le persone è riuscire a costruirsi un futuro adeguato. Questo è ancora più necessario per le persone con disabilità. Riuscire a costruire un futuro a misura delle proprie capacità, necessità e bisogni dev’essere un traguardo principale per una società moderna e inclusiva. Tutte le persone con disabilità affrontano un percorso di autodeterminazione di sé. Vivono spesso situazioni che impediscono loro di raggiungere una completa autonomia personale e sociale.

In questo articolo vorremmo fornire una panoramica degli strumenti normativi che sono a disposizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Perché possano decidere in autonomia il loro avvenire, mettendo sempre al centro la persona, valorizzando le sue capacità, competenze e abilità. Per questo motivo abbiamo intervistato l’Avvocatessa Laura Andrao, referente legale di Confad – Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità.

Vita Indipendente

Basata sulla legge 162 del 1998, “con l’espressione Vita Indipendente – spiega Andrao – si intendono le misure di sostegno destinate a persona con disabilità grave, per interventi a sostegno della quotidianità. Lo scopo è rendere la persona con handicap grave, autonoma e indipendente dal nucleo familiare. Portarla all’autodeterminazione e a un maggior grado di sviluppo professionale e personale. Questa legge prevede che i beneficiari decidano in piena libertà se volere un’assistente personale facendole un contratto. Oppure un’assistenza indiretta appoggiandosi a strutture che si occupano di assistenza domiciliare.”

Dopo di Noi

La legge 112/2016, “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare”, propone un piano volto a garantire il benessere, l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone affette da disabilità gravi e, soprattutto, propone un piano per il supporto ai disabili gravi dopo la perdita del sostegno dei genitori. Nel rispetto delle competenze in tema di assistenza assegnate dalla Riforma del Titolo V ai diversi livelli di governo, il provvedimento si limita a delineare gli obiettivi generali da raggiungere sul territorio nazionale. Dal punto di vista legislativo e di programmazione degli interventi, infatti, la materia è di competenza esclusiva delle Regioni, tranne la definizione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che rimane in capo allo Stato.

La quota di finanziamento attribuita a ciascuna Regione è calcolata in base al numero della popolazione regionale nella fascia di età 18-64 anni. Fanno fede i dati ISTAT sulla popolazione residente. L’attuazione concreta degli interventi e dei servizi a favore dei beneficiari della legge spetta poi ai Comuni. Questi possono eventualmente organizzarsi in forma associata a livello di ambiti territoriali. Si tratta dunque di fondi ad accesso indiretto.

“La legge 112/2016 – spiega Andrao – prevede che i contributi stanziati possano creare soluzioni alternative di inclusione sociale. Ad esempio il Co-housing: uno spazio di inclusione sociale, dove la persona con disabilità possa andare a vivere, in alternativa alle istituzioni. Questa legge prevede anche delle agevolazioni fiscali (approfondisci qui), come la detrazione Irpef del 19%, per le spese per le assicurazioni e la detrazione sull’imposta di bollo e sulle donazioni, sulla protezione del patrimonio familiare, destinato alle persone con disabilità che ne usufruiranno tramite trust, uno speciale strumento normativo, citato per la prima volta proprio all’interno della legge 112, atto a salvaguardare il patrimonio destinato a persone con disabilità gravi.”

Il progetto individualizzato

L’idea di progetto individualizzato si lega indissolubilmente alla legge n. 328/00, nota come “legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, che prevede esplicitamente la predisposizione di un progetto individuale per ogni singola “persona con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, stabilizzata o progressiva” (art. 3, L. 104/92) al fine di ottenere in pieno l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare della persona con disabilità. Il progetto è lo strumento attraverso il quale è possibile creare percorsi personalizzati in cui i vari interventi siano coordinati in maniera mirata. Così vengono massimizzati i benefici effetti degli stessi. E so riesce, diversamente da interventi settoriali e tra loro disgiunti, a rispondere in maniera complessiva ai bisogni e alle aspirazioni del beneficiario.

“Il concetto di progetto individualizzato è piuttosto complesso – spiega Andrao – parte da un’istanza, ovvero una richiesta, proveniente dalla persona con disabilità, dall’amministratore di sostegno o dalla famiglia. L’istanza viene presentata al Comune di residenza e deve raccogliere una relazione sui bisogni della persona con disabilità, ma anche sui desideri e le preferenze alle quali è necessario dare risposte concrete. L’istanza deve contenere una relazione sul budget di spesa previsto, sia esso erogato in forma diretta (attraverso emolumenti economici) sia indiretta (attraverso servizi). Non esiste un progetto standard ma di una totale personalizzazione. Il Budget di spesa dev’essere definito secondo le modalità previste dalla legge nazionale n. 328/2000, a prescindere delle delibere regionali.”

Una questione regionale

Alcune regioni hanno fornito indicazioni per la definizione del budget, indicando dei massimali di spesa, nella regione Lombardia che ha istituito la misura B2 destinata a chi ha una disabilità grave e non è autosufficiente con lo scopo di fornire un emolumento economico per chi necessita di assistenza sanitaria personale, rimanendo nel proprio domicilio, la misura B1 destinata a chi ha una disabilità gravissima, con lo scopo di mantenere la permanenza delle persone con disabilità nella propria residenzaIn ogni caso è sempre il Comune che dovrà ricercare, all’interno anche della propria Regione, i fondi per rispondere all’Istanza ricevuta. Potrà attingere, almeno parzialmente, al Fondo Non Autosufficienze (FNA).

Come redigere il Progetto Individualizzato

“Per redigere Il Progetto Individualizzato – spiega Andrao – è necessario presentare istanza presso il proprio comune, chiedendo il coinvolgimento nell’elaborazione dello stesso alle istituzioni: Comune di residenza, ASL, Professionisti privati che fanno parte della vita della persona con disabilità, come pedagogisti, educatori, docenti di sostegno, fisioterapisti, etc. In una riunione plenaria si analizzano i bisogni del richiedente, per poi redigere il progetto individualizzato, andando a organizzare azioni mirate che aiutino a raggiungere gli obiettivi prefissati”.

“Dopo aver redatto il progetto individualizzato – continua – qualora le proposte fatte dalle istituzioni coinvolte, quindi Comune e ASL, non soddisfino i bisogni del richiedente, quest’ultimo può fare una seconda istanza al TAR. Che interverrà obbligando le istituzioni a pagare le spese legali del richiedente e a soddisfare le sue richieste. La richiesta del Progetto Individualizzato può essere fatta anche senza l’aiuto di un legale, i singoli cittadini possono portare il proprio piano individualizzato da far esaminare alle istituzioni.”

Il Progetto Individualizzato parte dalla prima infanzia

Spiega Andrao: “Il Progetto Individualizzato può essere redatto anche per i bambini molto piccoli. Si tratta di coordinare a trecentosessanta gradi tutti gli ambiti di crescita della persona. Dall’ambito scolastico, all’ambito delle terapie domiciliari, al tempo libero, supportando le famiglie che non sempre sono in grado di farsi carico di tutte le incombenze”.

Il Progetto Individualizzato è di fatto una summa data dal Progetto di Vita Indipendente e dal “Dopo di Noi”. Il Dopo di Noi si costruisce mentre la famiglia è ancora presente, il Progetto Individualizzato cresce assieme alla persona che ne fa richiesta, come cambiano gli interessi, i bisogni.

Un modello di intervento poco noto e poco comunicato a livello locale

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha redatto delle linee guida per la presentazione dei progetti che inizialmente erano considerati “sperimentali”. Purtroppo però non è sempre facile per i cittadini comprendere fino in fondo come predisporre questo modello di intervento. Non tutti i comuni dispongono di uno sportello disabilità (o servizio analogo), non tutti i cittadini sono abili navigatori del web. Peraltro non è sempre facile, nemmeno online, reperire informazioni pratiche per capire effettivamente quali azioni e documentazioni devono essere predisposte prima della richiesta al Comune.

Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, ha redatto le linee guida dedicate alla redazione del progetto individuale per la persona con disabilità, disponibili gratuitamente a questo link.

Fonte: osservatoriomalattierare.it

Mirella Antonione Casale
, ,

La storia di Anffas: la straordinaria figura di Mirella Antonione Casale e l’inclusione scolastica dei giovani con disabilità

Mirella Antonione Casale. Un nome che pochi conoscono, nonostante nel 2019 la RAI le abbia dedicato una fiction, “La classe degli asini”. Una figura fondamentale nell’evoluzione della scuola italiana: se oggi si può definire inclusiva, nei confronti dei bambini e delle bambine con disabilità ma anche in un senso più ampio, è stata lei ad aprire la strada. Una pietra miliare nella storia di Anffas, di cui è diventata presidente della sezione torinese nel 1967.

Inclusione delle persone con disabilità nella scuola e non solo

Nata nel 1925 a Torino, Mirella Antonione Casale era un’insegnante, mamma di una bambina con gravi danni celebrali dovuti all’influenza asiatica. Ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti dei bambini con disabilità e alla loro inclusione nella scuola e, più in generale, nella società. Nel fermento degli anni Sessanta e Settanta, è stata una figura fondamentale in questo lungo e difficile percorso. Insieme a don Lorenzo Milano, che nella sua “Lettera ad una professoressa” invocava “una scuola di tutti”. E allo psichiatra veneto Franco Basaglia, che teorizzava la chiusura di manicomi, istituti psichiatrici, orfanotrofi.

Il concetto di “segregare” i diversi era lo stesso delle scuole speciali e delle classi differenziali I bambini venivano abbandonati senza nessuna prospettiva di miglioramento. Era una questione etica. Partiva dalla considerazione – oggi scontata, allora un po’ meno – che la persona con disabilità è un essere umano come tutti gli altri, con le sue peculiarità, i suoi desideri, il suo bisogno di socialità.

Primo centro diurno con Anffas

Partendo dalla sua esperienza personale, Mirella Antonione Casale apre un centro diurno sotto il cappello di Anffas. Qui i ragazzi e le ragazze con disabilità studiano e migliorano. Nel contempo intraprende il cammino che porterà all’inserimento dei bambini nella scuola pubblica. Questo nonostante la mancanza di strutture e di preparazione da parte degli insegnanti, e soprattutto una profonda diffidenza sociale. Le tappe di questo cammino riguardano la collaborazione con le strutture socio-sanitarie, il coinvolgimento delle famiglie, la formazione del corpo docenti e l’introduzione di figure specifiche come gli insegnanti di sostegno. Un percorso che rispetta il dettato della Costituzione. All’articolo 34 «la scuola è aperta a tutti» e all’articolo 38 «gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale».

Dall’inserimento all’integrazione degli alunni con disabilità

Se con la Legge n. 118/71 si può parlare di inserimento degli alunni con disabilità, che devono adempiere l’obbligo scolastico nelle scuole comuni (ad eccezione di quelli più gravi fra i quali si consideravano ciechi, sordi, intellettivi e motori gravi), il passaggio successivo è quello della vera e propria integrazione, che sarà poi definito dalla Legge n. 517/77. Qui il contributo di Mirella Antonione Casale e dell’Anffas è fondamentale, nello studio sulla disabilità, nel supporto alle famiglie, nella sollecitazione degli enti pubblici, nella collaborazione alla formazione professionale. In una parola, nella difesa dei diritti delle persone con disabilità.

Dall’integrazione all’inclusione delle persone con disabilità

Il passaggio successivo nella battaglia di civiltà portata avanti da Anffas e da Mirella Antonione Casale riguarda il futuro dei bambini con disabilità dopo la scuola dell’obbligo, ovvero la formazione professionale e l’inserimento lavorativo per qualcuno, la disponibilità di centri diurni e residenziali per i più gravi. È l’anticamera della Legge n. 104/92, che inserisce l’integrazione scolastica come parte di un più ampio processo di integrazione sociale, in cui è necessaria la cooperazione di famiglia, istituzioni, enti e figure specializzate. È un ulteriore, fondamentale passaggio: dall’inserimento all’integrazione, dall’integrazione all’inclusione, principio oggi fondamentale nella lotta per la tutela dei diritti – collettivi e personali – delle persone con disabilità.

Alleghiamo un approfondimento sulla figura di Mirella Antonione Casale scritto da Maria Levita per i Quaderni di Intercultura nel 2019 con una ricca biografia.

Film Anna dei Miracoli
,

Un film pieno di speranza: “Anna dei miracoli”. Lavorare per il miglioramento delle persone con disabilità

Il miglioramento delle condizioni di vita dei ragazzi e delle ragazze con disabilità è sempre possibile. Ce lo insegna “Anna dei miracoli”, un film duro ma pieno di speranza. Qui il trailer.

Educazione e tolleranza, le basi della comunità

“Il più grande risultato dell’educazione è la tolleranza. La tolleranza è il principio primo della comunità, è lo spirito che conserva il meglio del pensiero dell’uomo”. È una frase, quanto mai attuale, dell’autobiografia di Helen Adams Keller. Nata nel 1880 a Tuscumbia, in Alabama, e morta a giugno del 1968, cinque anni dopo il conferimento della Medaglia presidenziale della Libertà da parte del Presidente statunitense Lyndon Johnson.

Dal teatro al cinema, “Anna dei miracoli”

Da quel libro il commediografo William Gibson ha tratto un fortunato dramma teatrale, The miracle worker. Da qui, nel 1962 il regista Arthur Penn ha diretto il famoso film sceneggiato dallo stesso Gibson (vincitore di due premi Oscar, tra l’altro), intitolato in Italia “Anna dei miracoli”. Per l’occasione, Penn ha ingaggiato la medesima coppia di attrici che avevano già interpretato il testo di Gibson sul palcoscenico. La sedicenne Patty Duke nella parte di Helen Keller ed Anne Bancroft in quella della sua coraggiosa istitutrice Annie. Numerose anche le interpretazioni successive, tra cui una fiction della RAI datata 1968.

Miglioramento dei ragazzi e delle ragazze con disabilità

È una straordinaria storia di speranza: anche se non parla di una disabilità intellettiva e relazionale – Helen rimane sordo-cieca a causa di un’infezione – “Anna dei miracoli” è un invito a non demordere e a non rassegnarsi mai. C’è sempre modo di lavorare per far migliorare i ragazzi e le ragazze con disabilità.

Il rapporto tra la piccola Helen e la sua insegnante Annie

L’intera pellicola è incentrata sul difficile rapporto fra la piccola Helen e la sua insegnante Annie. Helen, infatti, è sempre stata viziata dai propri familiari. Le viene permesso di fare qualunque cosa in virtù dei suoi gravi handicap, rinunciando a correggerla o a rimproverarla. Annie, al contrario, non si piega alla condotta della bambina. Intraprende con lei un ostinato braccio di ferro per insegnarle a comportarsi in maniera civile. Ovviamente, questo serrato confronto / scontro non sarà facile per nessuna delle due. Anzi porterà a dei momenti di estrema tensione all’interno della famiglia. Memorabile la “lotta” fra Annie ed Helen intorno al tavolo della sala da pranzo, quando la piccola si rifiuta di mangiare come gli altri e reagisce selvaggiamente ai divieti della sua istitutrice.

Disabilità affrontata senza facili pietismi

Helen grazie ad Annie impara a conoscere il mondo attorno a sé usando il tatto e l’intelligenza. Il suo progressivo apprendimento diventa così anche un metaforico percorso interiore che si risolve in un finale a dir poco commovente. Il film di Penn ha l’indiscutibile merito di affrontare l’argomento della disabilità in maniera asciutta e realistica. Riesce in più occasioni a coinvolgere ed emozionare lo spettatore, ma senza mai cadere in facili pietismi.

Altri consigli cinematografici

Un film da non perdere è Colegas, che racconta l’avventura on the road di tre amici con la Sindrome di Down: qui la recensione.

Raccontare il diritto alla felicità: il film “Vengo anch’io”. Qui la recensione.

Copperman, in ognuno di noi c’è un supereroe: qui la recensione.

Roberto Keller

Convegno “Percorsi sanitari e socio-sanitari per l’inclusione della persona con autismo in età adulta”

Il Servizio regionale per i Disturbi dello spettro autistico in età adulta e il Centro Esperto Regione Piemonte invitano al convegno “Percorsi sanitari e socio-sanitari per l’inclusione della persona con autismo in età adulta”. L’evento si terrà venerdì 26 novembre a Settimo Torinese, precisamente nella Sala Suoneria del Teatro Garibaldi, in via Partigiani 4.

Consulta il programma sull’inclusione della persona con autismo in età adulta

Ecco il programma del convegno, in cui si parla – come detto – di autismo in età adulta.

  • ore 8,30 Accesso alla sala per gli iscritti (muniti di Green Pass)
  • ore 8,45 Saluti delle autorità. Invitati l’Assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, l’Assessore regionale al Welfare Chiara Caucino, il Direzione Sanità Regione Piemonte Franco Ripa. Inoltre il Sindaco di Settimo Torinese Elena Piastra e il Governatore del Rotary Luigi Viana
  • 9 Apertura del convegno: invitati Direttore generale della ASL Città di Torino Carlo Picco, Direttore Generale della ASL TO4 Stefano Scarpetta
  • 9.15 Introduce il convegno la relatrice Ministro per le Disabilità Erika Stefani
  • 9.45 Chairman Massimo Rosa, Monica Agnesone. Relazioni di 20 minuti:
    • Roberto Keller – Percorsi per l’autismo in età adulta
    • Benedetta De Martis – Il punto di vista delle famiglie
    • Barbara Fantino – Percorsi sociali
  • 11 Chairman Flavio Vischia, Giancarlo D’Errico. Presentazioni di 15 minuti:
    • Stefania Bari – I gruppi di sostegno alla famiglia
    • Angela Aresi – Interventi ABA in età adulta: i comportamenti problema
    • Romina Castaldo – Migliorare le abilità sociali
    • Irene Alliaud – Esperienze progettuali nella ASL TO4
  • 12 Pausa pranzo
  • 13 Chairman Giampiero De Marzi, Eliana Re. Relazioni di 20 minuti:
    • Don Andrea Bonsignori – Scuola e lavoro: l’esperienza sul campo
    • Pericle Farris – Dal lavoro al dopo di noi
  • Interventi esperienziali 15 minuti:
    • Gianni Cicinielli – I profili cognitivi nell’autismo
    • Caterina Finardi – Interventi di potenziamento cognitivo
    • Emanuela Nobile – Interventi di neurofeedback
    • Stefania Brighenti – Autismo e sindrome di Down
    • Barbara Urdanch – Potenziare l’apprendimento nella disabilità
    • Marinò-Mangolini – L’esperienza di corsi prelavorativi dedicati all’autismo
    • Silvia Chieregato – Interventi lavorativi con autismo: esperienze dirette
  • ore 16,30 conclusioni del convegno

Referente scientifico: dr Roberto Keller

Come iscriversi

Iscrizioni gratuite sino a esaurimento dei posti in sala. Per partecipare, dunque, basta inviare il proprio nominativo a centroautismoadulti@aslcittaditorino.it

Sala cinema
,

Il Torino Film Festival non è accessibile alle persone con disabilità sensoriale, cognitiva, intellettiva e/o relazionale

Il Torino Film Festival non è accessibile alle persone con disabilità sensoriale, cognitiva, intellettiva e/o relazionale. Infatti la mancanza di barriere architettoniche permette l’accesso alle persone con disabilità fisica (che, ricordiamo, sono meno del 10% delle persone con disabilità). Ma nessun film è stato pensato o adattato alle esigenze della stragrande maggioranza delle persone con disabilità. Nonostante la Legge Cinema (legge n. 220 del 2016) renda obbligatoria la resa accessibile dei film italiani e le manifestazioni patrocinate e/o finanziate dalla Città di Torino debbano essere fruibili a tutti.

Nessuna proiezione accessibile a tutte le disabilità

“Alla presentazione del TFF – denuncia Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino – abbiamo constatato che nessuna proiezione è accessibile alla disabilità sensoriale, cognitiva, intellettiva e/o relazionale. A tutte le disabilità, nonostante le assicurazioni ricevute dall’associazione +Cultura Accessibile, di cui Anffas fa parte, a inizio anno. Solo dopo le rimostranze di Daniela Trunfio, sua rappresentante, è stato assicurato che alcune proiezioni sarebbero state accessibili alle persone sorde, oltre che alle persone con disabilità fisica. La pezza peggiore del buco! E gli altri disabili? Figli di un dio minore? Non degni di essere considerati consumatori di cultura? Evidentemente per gli organizzatori del TFF qualcuno è più uguale degli altri, come nella Fattoria degli animali di orwelliana memoria”.

Manifesto per l’accessibilità del patrimonio culturale cinematografico

Ricordiamo che proprio al Museo del Cinema di Torino ha ospitano nel 2019 la presentazione del “Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico”. Tale documento, infatti, traccia le linee guida per un cinema realmente accessibile, redatto proprio da +Cultura Accessibile-Cinemanchìo. Tra le proposte concrete avanzate dal modello vi sono:

  • audiodescrizioni fruibili dall’utente tramite cuffie consegnate agli spettatori o tramite app utilizzate con il proprio dispositivo;
  • sottotitoli presenti nel film stesso o integrati da app per leggerli su adeguati supporti;
  • adattamento ambientale consistente in luci tenui e volume audio moderato.

D’Errico: “Discriminazione tra disabilità”

“Noi non ci stiamo – continua Giancarlo D’Errico – e non accettiamo questa discriminazione tra le disabilità. L’indifferenza delle istituzioni verso i nostri diritti sta diventando insopportabile. Chiediamo che chi il TFF lo organizza e chi lo finanzia affronti questa vergogna. Pretendiamo che la fruizione della cultura sia sempre aperta a tutti, che accoglienza e inclusione siano valori imprescindibili. Siamo pronti a collaborare per trovare la soluzione, ma non a sopportare l’indifferenza”.

Musicisti sul palco
, ,

Torna “Un Blues per Janis”, sabato 27 novembre a Nichelino: rock, solidarietà e sostegno alla disabilità

Segnatevi la data sul calendario con la matita rossa. Dopo una lunga pausa dovuta al Covid, sabato 27 novembre torna dal vivo “Un Blues per Janis”. Il concerto di fundraising, arrivato alla sua quindicesima edizione, è organizzato da Anffas Torino con il patrocinio del Comune di Nichelino. In continuità con l’ultima edizione, che risale al 23 novembre 2019, il concerto si terrà al Teatro Superga di Nichelino (via Superga 44) alle ore 20.45. Con il “solito” obiettivo di unire la memoria con l’impegno sociale e il sostegno nei confronti delle persone con disabilità.

Dalla perdita alla condivisione, attraverso la musica

Sul palco si alterneranno una trentina di artisti, alcuni tra i migliori dell’area torinese, con il minimo comun denominatore dell’anima rock e della solidarietà. Un gruppo di amici, in cui “spicca” il musicista di fama internazionale Marco Roagna. Il concerto è organizzato in memoria di Janis Daprile. Una ragazza di 33 anni solare, piena di vita e generosa, sempre pronta a sostenere gli altri. Amava la musica, come tutta la sua famiglia. Sono proprio il padre Luciano Daprile, direttore artistico, e la madre Ninfa Alabiso a unire sul palco tanti musicisti. Attraverso la musica, trasformeranno la dolorosa perdita in un momento di condivisione, rendendo le persone partecipi dell’esistenza dell’altro.

Come partecipare al Blues per Janis

Per garantire il mantenimento delle condizioni di sicurezza sanitaria è richiesta (ma non obbligatoria) la prenotazione alla mail ninfa.alabiso@anffas.torino.it o al numero 347/8509336. Green Pass obbligatorio, all’ingresso sarà misurata la temperatura.

Sostegno alle persone con disabilità ospiti del centro residenziale

Come sempre l’ingresso sarà libero e il ricavato delle donazioni sarà impiegato per beneficenza. Questa volta le offerte saranno impiegate per l’acquisto e il mantenimento di un cane da destinare al centro residenziale di via Fiesole a Torino, gestito da Anffas Torino. Un cucciolo (probabilmente di golden retriever, viste le sue caratteristiche e la sua spiccata sensibilità) da allevare e coccolare, che venga accudito e a sua volta accudisca le persone con disabilità che risiedono stabilmente nella struttura, che hanno “sofferto” più di altre le restrizioni dovute alla pandemia.

Vista l’importanza dell’evento, sono invitati a partecipare tutti gli amici di Anffas, i Volontari e le persone che dell’impegno sociale fanno un valore irrinunciabile, i rappresentanti delle istituzioni e delle amministrazioni cittadine e non solo, e ovviamente gli appassionati di musica.

Quando rock e solidarietà si incontrano, nasce una serata straordinaria all’insegna della musica, del divertimento e della beneficenza: “Un Blues per Janis”.

Le edizioni precedenti, sempre in sostegno alla disabilità intellettiva

Neanche la pandemia ha fermato il “Blues per Janis”. Clicca qui per ascoltare “Dear Mr. Fantasy” suonata a distanza dai musicisti amici di Anffas Torino.

L’ultima edizione che si è tenuta dal vivo a Nichelino: clicca qui. Qui l’edizione precedente, che si era svolta a Grugliasco: clicca qui.

Cascina Marchesa esterno
,

Pranzo sociale alla Cascina Marchesa per le nostre famiglie di persone con disabilità intellettiva

Pranzo sociale alla Cascina Marchesa per le nostre famiglie di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo. Dopo più di un anno e mezzo di distanziamento e restrizioni, è finalmente possibile tornare organizzare incontri di persona, momenti di confronto, convivialità, svago e relax. Un evento, infatti, pensato per rinforzare i legami con i soci storici e crearne di nuovi, accogliendo insieme i nuovi arrivati nella grande famiglia di Anffas Torino.

Per questo, il presidente Giancarlo D’Errico, i membri del direttivo e i volontari di Anffas Torino A.P.S. invitano al pranzo sociale, per le nostre famiglie di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo, che si terrà sabato 27 novembre alle ore 12.30 alla Cascina Marchesa, in corso Regina Margherita 371 a Torino, all’interno del parco della Pellerina. Sarà anche l’occasione per scambiarci gli auguri di Natale.

Per poter organizzare al meglio l’evento, confidando in una numerosa adesione, è richiesta la conferma chiamando la sede al numero 011/3810723 o inviando una mail all’indirizzo anffastorino.aps@gmail.com. Rimangono ancora pochi posti disponibili.

Anffas Torino offrirà il pranzo alle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo delle famiglie che aderiscono all’associazione; per i familiari, il contributo di compartecipazione richiesto è di 25 euro, a parziale copertura del costo del pranzo stesso. Per partecipare, è richiesto il Green Pass.

Ecco il menù (chi ha intolleranze, allergie o segue qualche specifico regime alimentare è gentilmente pregato di segnalarlo):

  • Vitello tonnato della tradizione
  • Battuta di Fassone e salsa brusca
  • Flan di verdura e fonduta
  • Agnolotti del Plin al sugo d’arrosto
  • Risotto al castelmagno
  • Guancia brasata al lardo
  • Purè di patate e zafferano
  • Bonet
Gruppo di persone con Beppe Squalo

Discriminazione verso 17 atleti con disabilità intellettiva e i loro accompagnatori nel percorso verso Caselle

“Diciassette ragazzi con disabilità intellettiva e i loro accompagnatori che dovevano prendere la navetta da Porta Susa a Caselle sono stati vittima di una grave discriminazione. Sono stati trattati male e lasciati a piedi, anche se erano i primi della fila e, comunque, dovrebbe essere loro garantito un accesso prioritario. La scusa era che non avevano già fatto il biglietto a terra, quando si può fare a bordo e non è garantita alcuna prelazione a chi ne è già fornito: ce lo ha confermato il servizio di informazione della Sagat.

Un episodio incomprensibile, contrario alla logica, all’etica e alle più elementari regole di convivenza civile. Domenica la città di Torino sarà sotto i riflettori del mondo con le Atp finals di tennis. E sono tanti altri gli eventi, sportivi e non solo, che ci accompagneranno da qui al Natale, insieme a una notevole ripresa del turismo. Siamo sicuri di essere pronti ad accogliere le persone con disabilità e con esigenze speciali? Vedendo questo triste episodio, direi di no…”

La discriminazione denunciata sui social di Peppe Squalo

La domanda che si pone Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino, si riferisce a un brutto episodio capitato a conclusione della due giorni di pararowing – canottaggio per le persone con disabilità – che si è tenuta alla Società Canottieri Armida. Episodio denunciato sui social da Peppe Squalo, in un post emblematicamente intitolato “la parte peggiore dell’Italia”.

Chieste risposte all’azienda e al Comune

“Questi ragazzi – continua D’Errico – sono stati vittima di un sopruso. Anffas Torino non può tollerare che avvengano fatti simili. Ciò che è avvenuto è ancora più grave se si considera che familiari e accompagnatori, in questi frangenti, sono costretti loro malgrado a lasciar correre. Infatti non vogliono esporre i propri cari con disabilità intellettiva a uno stress per loro intollerabile. È una vergognosa mancanza di sensibilità e attenzione. Fatti simili non possono passare sotto silenzio. Chiediamo che intervenga l’azienda per presentare le proprie scuse. Chiediamo anche che se ne occupi anche la Giunta appena entrata in carica, per far capire a tutti se la tutela dei diritti delle persone con disabilità rientra tra le loro priorità”.

Torino è una città accogliente verso le persone con disabilità intellettiva?

Il presidente Anffas Torino conclude allargando il discorso: “È in gioco la capacità di accoglienza e di inclusività della nostra città. Che senso ha, per esempio, avere i tram accessibili e le pensiline no? Siamo sicuri che alberghi, ristoranti, musei, siano fruibili per tutti i tipi di disabilità, considerando che quella fisica riguarda non più del 10 per cento delle persone con disabilità, mentre quella intellettiva e relazionale interessa due persone con disabilità su tre? Aspettiamo risposte e, nel contempo, siamo a disposizione per mettere a disposizione le nostre conoscenze e la nostra esperienza”.

Roberto Speziale

Convegno sulla qualità di vita delle persone con disabilità intellettiva

Anffas Nazionale, con il supporto del Consorzio La Rosa Blu, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, organizza nella mattinata di mercoledì 1 dicembre p.v.dalle ore 9.30 alle 13.30, in modalità online, su piattaforma Zoom, il Convegno annuale sulla qualità di vita delle persone con disabilità intellettiva. Il titolo:  “Progettare qualità di vita: l’evoluzione della L. 112/2016. L’esperienza del progetto Anffas “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere.

L’evento sarà l’occasione per approfondire il Progetto di Vita – tema sul quale la rete Anffas è sempre più impegnata e al quale è stato dedicato il numero della rivista La Rosa blu di luglio 2021 – nonché della sua relazione con i diritti umani, sociali e civili, la Qualità di Vita e il sistema Matrici Ecologiche e dei Sostegni.

Questa iniziativa nasce anche dalla consapevolezza che la L. n. 112/2016 unitamente al successivo D.M. 23.11.2016 rappresentano, sul piano concettuale, giuridico ed operativo, quanto di più avanzato disponga oggi il movimento delle persone con disabilità per affrontare il tema del “durante e dopo di noi”. Allo stesso tempo occorre tenere in debito conte che è molta ancora strada da fare per darne concreta e corretta applicazione in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.

Per tali motivi Anffas, che ha voluto fortemente questa legge, contribuendo fattivamente alla Sua approvazione, divulgazione e sperimentazione pratica, ritiene di fondamentale importanza continuare a sollecitare tutti i diversi soggetti a vario titolo interessati affinchè la grande opportunità offerta da tale legge non venga vanificata dalle indubbie difficoltà legate ad una mancata infrastrutturazione della rete integrata dei servizi capace di attivare quel necessario cambiamento senza il quale i diritti umani, civili e sociali delle persone con disabilità e dei loro familiari continueranno ad essere negati. La qualità di vita delle persone con disabilità intellettiva è una priorità (qui il link per consultare la rivista La Rosa Blu sullo stesso argomento)!

Sarà inoltre l’occasione per presentare i risultati del progetto, promosso a livello nazionale da Anffas, “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”.

Modalità di partecipazione

Link Zoom:
https://us02web.zoom.us/j/2800301958?pwd=L2k3Y2NrLzA5VWVialBVNGttMWJMUT09
Passcode: Anffas1221

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Anffas Nazionale (@AnffasOnlus.naz).

PER CONSULTARE IL PROGRAMMACLICCA QUI