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Disability Card

Cos’è?

La Carta europea della disabilità, denominata Disability Card, è una tessera che permette l’accesso ai servizi e benefici per le persone con disabilità. L’obiettivo è quello di contribuire alla piena inclusione delle persone diversamente abili nella vita sociale delle comunità e che permetta un rapporto di reciprocità con gli altri Paesi dell’Unione europea.

Chi ne ha diritto?

Hanno diritto alla Disability Card coloro che hanno ottenuto anche solo uno dei seguenti riconoscimenti:

• invalidi civili maggiorenni con invalidità certificata superiore al 67%;
• invalidi civili minorenni;
• cittadini con indennità di accompagnamento;
• cittadini con certificazione ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104;
• ciechi civili;
• sordi civili;
• invalidi e inabili ai sensi della legge 12 giugno 1984, n. 222;
• invalidi sul lavoro con invalidità certificata maggiore del 35%;
• invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa o con menomazioni dell’integrità psicofisica;
• inabili alle mansioni ai sensi della legge 11 aprile 1955, n. 379, del d.p.r. 29 dicembre 1973, n. 1092 e del d.p.r. 27 luglio 2011, n. 171, e inabili ai sensi dell’articolo 13, legge 8 agosto 1991, n. 274 e dell’articolo 2, legge 8 agosto 1995, n. 335;
• cittadini titolari di trattamenti di privilegio ordinari e di guerra.

Come funziona?

Esibendo la propria carta europea della disabilità – Disability Card, i titolari della stessa, senza richieste ulteriori da parte di amministrazioni dello Stato o dei soggetti pubblici e privati che hanno sottoscritto apposite convenzioni, avranno diritto ad usufruire delle agevolazioni previste per le persone con disabilità.

La Carta europea della disabilità è valida fino alla permanenza della condizione di disabilità prevista e comunque per non più di dieci anni dal momento del rilascio.

In quali occasioni può essere utilizzata?

La Disability Card permette l’accesso d’attività e/o servizi gratuiti o a costo ridotto in materia di trasporti, cultura e tempo libero sul territorio nazionale e in altri Paesi dell’Unione europea.

Come si ottiene?

Occorre presentare la domanda sul sito dell’INPS accedendo all’area personale col proprio SPID o CIE (Carta di Identità Elettronica) oppure la presentazione della domanda potrà essere effettuata dal cittadino avvalendosi di associazioni rappresentative delle persone con disabilità abilitate dall’INPS all’uso del canale telematico, ad esempio l’ANFFAS.

Come devo fare per chiedere all’Anffas di presentare la mia domanda?

Occorre fissare un appuntamento telefonando al n. 011 381.07.23 dal lunedì al venerdì dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 16:45.

Successivamente sarà necessario recarsi fisicamente all’appuntamento nella sede dell’Anffas Torino in via Carlo Bossi n. 24 a Torino

Quali sono i documenti necessari per richiedere la Disability Card alle associazioni
rappresentative delle persone con disabilità abilitate dall’INPS ( tra cui Anffas)?

          Se la Card è per se stesso:
• C.I e C.F
• Verbale invalidità (solo se ha l’invalidità ma non percepisce un corrispettivo perché lavora o altro)
• Fototessera (fondo bianco, immagine centrata e nitida e pixel minimi 413×527)
          Se la Card è per minore, per tutelato o amministrato:
• C.I e C.F (sia del genitore, tutore o amm. Di sostegno sia del titolare della card)
• Verbale invalidità (solo se ha l’invalidità ma non percepisce un corrispettivo perché lavora o altro)
• Per tutori/amministratori: DECRETO DI NOMINA
• Fototessera (fondo bianco, immagine centrata e nitida, e pixel minimi 413×527)

Bambino per mano ai genitori
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Tutto quello che c’è da sapere sull’assegno unico per i figli con disabilità

Anffas per Loro e il coordinamento Anffas Umbria hanno prodotto un documento interessante e completo in merito all’assegno unico per i figli con disabilità, che riportiamo a seguire.

Assegno unico figli con disabilità 

Riferimenti normativi

La misura “ponte” dell’assegno unico è stata approvata e pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel Decreto Legge dell’8 giugno 2021 n. 79.

Quando arriverà?

La misura ponte entrerà in vigore dal 1° luglio fino al 31 dicembre 2021, in attesa della vera e propria riforma dell’assegno universale previsto dal 1° gennaio 2022. È riconosciuto un assegno temporaneo su base mensile.

A chi spetta

Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, bisogna essere in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti:

  • cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • domiciliato e residente in Italia e avere i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale;
  • con riferimento alla condizione economica, il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

Criteri per la determinazione dell’assegno temporaneo per i figli minorenni

Per avere diritto all’assegno ponte, l’ISEE del nucleo familiare non deve superare 50mila euro.

L’assegno è determinato in base alla tabella di cui all’Allegato 1:

  • da uno a due figli: l’importo massimo mensile è di 167,5 euro per primo e secondo figlio (355 euro);
  • da tre figli: l’importo massimo mensile di 167,5 euro a figlio viene maggiorato del 30% dal terzo figlio in poi (653 euro).
  • gli importi sono maggiorati di 50 euro per ciascun figlio minore con disabilità;

Il beneficio è riconosciuto dall’INPS nel limite massimo complessivo di 1.580 milioni di euro per l’anno 2021.

Modalità di presentazione della domanda e decorrenza

Bisogna presentare la domanda per avere l’assegno unico per i figli con disabilità in modalità telematica all’INPS entro il 30 giugno 2021. Resta ferma la decorrenza della misura dal mese di presentazione della domanda stessa. Per le domande presentate entro il 30 settembre 2021, sono corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021.

L’erogazione dell’assegno avviene mediante accredito su IBAN del richiedente. In caso di affido condiviso dei minori, l’assegno può essere accreditato in misura pari al 50 per cento sull’IBAN di ciascun genitore. L’assegno non concorre alla formazione del reddito.

Compatibilità

Il beneficio è compatibile con il Reddito di cittadinanza e con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle Regioni, Provincie autonome e dagli enti locali.

Con questa misura “provvisoria” continueranno ad essere attive anche le altre misure come le detrazioni fiscali per figli a carico, che poi andranno via via eliminate. Le assorbirà l’assegno unico per i figli quando entrerà a regime in modo definitivo.

Maggiorazione degli importi degli assegni per il nucleo familiare. A decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, gli importi mensili dell’assegno per il nucleo familiare già in vigore sono maggiorati di 37,5 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari di almeno tre figli.

Strumenti del Giudice
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Indagine sulla tutela giuridica delle persone con disabilità: promosso lo “Sportello SAI?”

Nel periodo tra novembre 2020 e gennaio 2021, l’ufficio di Pubblica Tutela della Città di Torino ha promosso un’indagine sul tema della tutela giuridica delle persone con disabilità. L’obiettivo è quello di conoscere la condizione delle famiglie associate ad Anffas e la loro consapevolezza sulle opportunità offerte dai provvedimenti di protezione giuridica.

Clicca qui per consultare il report “Gli istituti di protezione giuridica delle persone disabili. Le opinioni degli associati Anffas”

Tutela giuridica delle persone con disabilità

Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti. A partire dalla considerazione che “dell’associazione Anffas viene apprezzato l’impegno nei confronti dei disabili intellettivi e relazionali nel promuoverne i diritti, nel rendere concreti i principi delle pari opportunità e della non discriminazione e nel favorire l’integrazione e una migliore qualità della vita”.

Scendendo nello specifico, “il personale dello ‘Sportello SAI?’ di Anffas ha aiutato gli associati ad orientarsi sul percorso da intraprendere più spesso che l’ASL o i Servizi Sociali”. “Per alcuni il sostegno di Anffas è stato molto importante nelle varie fasi del percorso per l’ottenimento dell’incarico di protezione giuridica. A partire quindi dal momento preliminare della valutazione dell’opportunità di chiedere la nomina. Fino alla compilazione e deposito del ricorso e alla preparazione dell’udienza con il Giudice Tutelare. Ma il supporto più significativo, fondamentale per quasi otto rispondenti su dieci, è quello relativo alla compilazione del rendiconto”.

In conclusione, “quasi la totalità degli intervistati ritiene che oggi lo ‘Sportello SAI?’ di Anffas soddisfi adeguatamente le proprie esigenze di supporto in merito agli istituti di protezione giuridica. Tutti consiglierebbero ad altre persone nella loro stessa situazione di rivolgersi allo Sportello”.

Mani che si stringono
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Tutela e amministrazione di sostegno: tutto quello che c’è da sapere

“Avrebbe dovuto custodire i soldi del figlio e del fratellastro. Un bel gruzzolo. Pensioni di invalidità erogate per anni interi dell’ente previdenziale, polizze vita, libretti con i risparmi, eredità, indennità di accompagnamento. Era d’altronde la loro tutrice legale nominata dal tribunale per svolgere quel compito”.

Inizia così l’articolo di Giuseppe Legato pubblicato ieri sulla Stampa. La fine è, purtroppo, facilmente prevedibile: la donna ha “distratto” quasi centomila euro e li ha usati “per motivi non giustificati, totalmente estranei alla tutela”, come scrive la sentenza che l’ha condannata in primo grado a quattro anni di reclusione.

Non è la prima volta, purtroppo, che casi del genere saltano agli onori della cronaca. È l’ennesima occasione per provare a fare un po’ di chiarezza sulla figura e sul ruolo di tutore e amministratore di sostegno, definita dalla Legge n. 6 del 9 gennaio 2004.

AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO

Spesso le persone con disabilità necessitano di forme di tutela della persona anche in età adulta. I motivi possono essere diversi, per esempio la difficoltà nella gestione del denaro e dei beni materiali o il pericolo di truffe e raggiri. Per garantire la tutela delle persone parzialmente o totalmente incapaci di curare i propri interessi, il codice civile prevede due figure, l’amministratore di sostegno e il tutore.

L’amministratore di sostegno è una figura preposta ad assistere la persona che, per effetto di una infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trova nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Questa figura può essere richiesta quindi anche nel caso di disabilità motoria, per esempio per espletare delle pratiche burocratiche che richiederebbero la presenza di persona. I suoi compiti vengono definiti dal giudice tutelare, come “un abito su misura”, in base alle richieste dell’interessato o dei suoi familiari.

Per tutti i dettagli, comprese modalità di richiesta e costi, vi rimandiamo al sito del tribunale di Torino.

TUTELA

Il tutore è il rappresentante legale della persona interdetta, cioè definita dal giudice “del tutto incapace di provvedere ai propri interessi”; oltre ai poteri di rappresentanza, gestisce il suo patrimonio. Una persona sotto tutela non può sposarsi, senza il parere positivo del tutore. In questo caso bisogna rivolgersi a un avvocato e, trattandosi di una causa civile, i tempi sono fino all’anno e mezzo.

Anche in questo caso, dettagli sul sito del tribunale di Torino.

Chi può essere nominato? Sia il tutore che l’amministratore di sostegno possono essere dei familiari (di solito sono genitori, fratelli, sorelle), se il giudice li ritiene adatti al ruolo; diversamente può essere una terza persona (un avvocato, un assessore, un amico di famiglia).

Un altro dettaglio importante: per evitare che al compimento del diciottesimo anno il/la neo-maggiorenne rimanga senza tutela legale, la legge prevede che si possano iniziare le pratiche per la nomina del tutore o dell’amministratore di sostegno fin dal compimento del diciassettesimo anno di età. Il decreto di nomina diventerà effettivo soltanto al compimento del diciottesimo anno.

ANFFAS E CITTA’ DI TORINO

L’Ufficio Welfare – Pubblica tutela e rapporti con l’Autorità giudiziaria si occupa di aiutare privati, enti pubblici e professionisti a orientarsi nelle procedure volte ad aprire e a gestire misure di protezione giuridica (tutela e amministrazione di sostegno).

Qui la pagina dedicata sul sito della Città metropolitana di Torino.

Nella stessa pagina, viene specificato che gli utenti iscritti all’associazione Anffas Torino, grazie a un Protocollo sottoscritto con la Città metropolitana, possono rivolgersi inoltre agli sportelli SAI?, dove gli operatori che hanno beneficiato di idonea formazione, li aiuteranno nella compilazione di istanze, rendiconti annuali e attivazione di procedimenti di protezione giuridica.

Due articoli approfondiscono il protocollo di intesa e il convegno in cui è stato presentato.

Infine, Anffas nazionale ha pubblicato un manualetto sulla protezione giuridica.

 

INPS Qr Code
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Anffas collabora con l’INPS per sviluppare il progetto “QR Code dell’Invalidità Civile”

Anffas è una delle quattro associazioni che si occupano di disabilità scelte dall’INPS per sviluppare il progetto “QR Code dell’Invalidità Civile”. Serve per gestire tutti i verbali di invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità da esibire quando richiesto per accedere ad agevolazioni o sconti.

Per maggiori informazioni, vi invitiamo a rivolgervi allo sportello SAI. Riceve su appuntamento presso la sede di Anffas in via Carlo Bossi, 24 a Torino nei seguenti giorni: martedì e mercoledì: dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30.

Il numero di telefono è 011-3810723, la mail di riferimento sai@anffas.torino.it


QR-Code INPS, il servizio per le persone con disabilità (dal sito www.inps.it)

Il QR-Code dell’invalidità civile è un nuovo servizio dell’INPS. Permette di attestare lo status di invalido direttamente dallo smartphone o dal tablet, senza bisogno del verbale sanitario. Grazie a questo strumento innovativo, le persone con disabilità possono accedere alle agevolazioni e ai benefici in modo più semplice e veloce.

Il QR-Code è un particolare codice a matrice in grado di memorizzare informazioni leggibili e interpretabili da dispositivi mobili. Garantisce informazioni sempre attendibili in quanto è associato all’interessato, e non a uno specifico verbale. Ed è sempre aggiornato a seguito di verbali definitivi di prima istanza, aggravamento, revisione, verifica straordinaria e autotutela.

Per ottenere il codice basta collegarsi al servizio online “Generazione QR-Code invalidi civili per attestazione status“, sul portale dell’Istituto, accedendo con le proprie credenziali.

Il servizio genera automaticamente e in tempo reale il QR-Code, direttamente in formato pdf. Il codice può essere stampato, inviato, salvato sul computer o dispositivo mobile ed esibito quando è necessario per accedere alle agevolazioni.

I gestori dei servizi, per controllare lo stato di invalidità civile, cecità civile, sordità, disabilità o handicap, possono leggere il codice tramite un qualsiasi lettore di QR-Code. Per la concessione di alcune particolari agevolazioni, che richiedano il giudizio sanitario e il grado di invalidità civile con l’eventuale percentuale, è possibile ottenere anche un esito più approfondito. In questo caso i gestori devono inquadrare il QR-Code, autenticarsi con le proprie credenziali e inserire il codice OTP. Che il sistema in automatico genererà e invierà sul numero di cellulare dell’interessato.

Persone su una panchina guardano l'orizzonte
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“Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” a sostegno delle persone con disabilità – Appuntamenti dal 19 febbraio

Il progetto “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”, a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie, entra nel vivo.

Da venerdì 19 febbraio sarà possibile prendere appuntamento con lo sportello, ospitato nella sede di Anffas Torino, che si occuperà della progettazione in merito al cosiddetto “Durante Noi, Dopo di Noi”, ovvero di redigere progetti individuali che consentano di concretizzare l’accesso alle misure previste dalla legge 112/16 alle singole persone con disabilità e alle loro famiglie. A livello nazionale, sono 35 gli sportelli dove si possono conoscere scopi, modalità e costi del progetto promosso da Anffas nazionale.

Chi fosse interessato può scrivere alla mail segreteria@anffas.torino.it.


Riportiamo un esauriente articolo sull’argomento tratto dal sito www.vita.it.

“Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”: è questo il titolo del nuovo progetto di Anffas, partito lo scorso settembre. Diciotto mesi per mettere in campo iniziative volte a fornire alle persone con disabilità e ai loro familiari accoglienza. Supporto, formazione e informazione per dare concreta attuazione alla legge 112/16, conosciuta anche come legge sul “Durante Noi, Dopo di Noi”. È argomento per cui l’Associazione da sempre opera.

Già nel 1958, anno di fondazione di Anffas, i genitori delle persone con disabilità intellettive si chiedevano “chi si prenderà cura di mio figlio quando noi non ci saremo più?”. La presentazione ufficiale del progetto, finanziato dal Ministero del lavoro e politiche sociali per l’annualità 2018 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art.72 del decreto legislativo n.117/2017, si è svolta lo scorso 14 febbraio a Roma.

Percorsi di autonomia e vita indipendente

Con questa nuova iniziativa, Anffas vuole sperimentare percorsi di autonomia e vita indipendente tali da consentire un progressivo distacco, non in condizioni emergenziali, dalla famiglia di origine. E favorendo allo stesso tempo il potenziamento della rete di infrastrutturazione sociale con il coinvolgimento di soggetti pubblici ed Enti del Terzo Settore. Alla base di “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” vi è la chiara consapevolezza della necessità di sperimentare e rendere operativi nuovi strumenti e nuove competenze.

Professionalità e risorse per garantire un sostegno adeguato alle persone con disabilità nel momento in cui le loro famiglie non risultino più in grado di fornirlo. Andando però a scardinare il sistema di standardizzazione del supporto in questione, a cui purtroppo ancora oggi le persone con disabilità sono sottoposte. E ripensando i sostegni a loro dedicati seguendo la variabilità e la complessità dei loro bisogni, e quindi in un’ottica di personalizzazione di progetti, risorse, interventi attivati e da attivare.

La L.112/16 è un tentativo concreto di risposta, ma ad oggi il sistema di presa in carico non garantisce ancora l’accesso. L’attuazione della L.112/16, infatti, sta evidenziando che la legge da sola, in assenza di adeguati strumenti e modelli da seguire, non è sufficiente a garantire le adeguate risposte attese, con conseguenti discriminazioni di varia natura. Per questo nasce il progetto di Anffas. Per individuare innovativi strumenti, luoghi ed attori che possano integrarsi efficacemente. In ottica sinergica nel sistema esistente ed in modo sussidiario rispetto all’ente pubblico.

In particolare gli obiettivi del progetto sono:

  • sperimentare forme congiunte di organizzazione e funzionamento dei punti unici di accesso (PUA) per la realizzazione del Progetto di Vita di cui all’art. 14 della L.328/00
  • sperimentare la costituzione di sportelli (35 sportelli su tutto il territorio) per la progettazione individualizzata per il concreto accesso alle misure previste dalla L.112/16
  • coinvolgere persone con disabilità e famiglie (nello specifico, 350 persone con disabilità tra i 18 e i 64 anni e 700 genitori e familiari tra i 35 e gli 85 anni) in un percorso di empowerment e partecipazione attiva ai vari momenti della valutazione multidimensionale, della progettazione individualizzata e di implementazione dei diversi sostegni ed interventi unitamente ad operatori del settore pubblico e privato
  • formare i componenti delle Unità di Valutazione Multidimensionale (nello specifico professionisti, operatori e tecnici di età compresa tra i 20 e 67 anni) sull’utilizzo di sistemi avanzati e validati scientificamente. In grado di realizzare la valutazione multidimensionale dei bisogni e degli esiti rispetto ai vari e diversi domini della Qualità della Vita
  • sperimentare forme integrate di costruzione e gestione del budget di progetto con connessa implementazione del case manager

Raccolta di dati e informazioni

Tra i risultati che il progetto si propone di raggiungere vi sono anche una raccolta sistematica nazionale sulle misure previste dalla Legge 112/16 (buone pratiche, pratiche promettenti, percorsi di emancipazione, autonomia e vita indipendente, ecc.). Linee guida e manuali sull’implementazione della Legge 112/16 rivolti a operatori del settore e componenti delle equipe multidisciplinari, persone con disabilità, familiari, ecc.).

Raccomandazioni per i responsabili dei servizi e decisori politici, almeno 35 sportelli per la progettazione individualizzata e la vita indipendente attivati e sperimentati. Un big-data con la raccolta di tutti i dati relativi ai singoli progetti realizzati nel corso dell’iniziativa. Almeno 5.000 destinatari indiretti sensibilizzati ed informati in merito alle possibilità offerte dalla legge 112/16, con priorità a quelli maggiormente coinvolti dalla tematica.

Persone su una panchina guardano l'orizzonte
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Aprirà a gennaio lo sportello di progettazione individualizzata sul “Durante Noi, Dopo di Noi”

Finalmente ci siamo: dopo un anno di lavoro, aprirà a gennaio lo sportello che si occuperà della progettazione in merito al cosiddetto “Durante Noi, Dopo di Noi”, ovvero di redigere progetti individuali che consentano di concretizzare l’accesso alle misure previste dalla legge 112/16 alle singole persone con disabilità e alle loro famiglie.

Nella sede di Anffas Torino verrà ospitato uno dei 35 sportelli che verranno aperti su tutto il territorio nazionale all’interno del progetto “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” promosso da Anffas. Sono state formate due equipe che inizieranno a gennaio, come detto, con la stesura dei primi progetti.

Chi fosse interessato può scrivere alla mail segreteria@anffas.torino.it.

Riportiamo un esauriente articolo sull’argomento tratto dal sito www.vita.it.

“Liberi di scegliere… dove e con chi vivere”: è questo il titolo del nuovo progetto di Anffas, partito lo scorso settembre. Diciotto mesi per mettere in campo iniziative volte a fornire alle persone con disabilità e ai loro familiari accoglienza, supporto, formazione e informazione per dare concreta attuazione alla legge 112/16, conosciuta anche come legge sul “Durante Noi, Dopo di Noi”. È argomento per cui l’Associazione da sempre opera: già nel 1958, anno di fondazione di Anffas, i genitori delle persone con disabilità intellettive si chiedevano “chi si prenderà cura di mio figlio quando noi non ci saremo più?”. La presentazione ufficiale del progetto, finanziato dal Ministero del lavoro e politiche sociali per l’annualità 2018 a valere sul Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di cui all’art.72 del decreto legislativo n.117/2017, si è svolta lo scorso 14 febbraio a Roma.

Con questa nuova iniziativa, Anffas vuole sperimentare percorsi di autonomia e vita indipendente tali da consentire un progressivo distacco, non in condizioni emergenziali, dalla famiglia di origine e favorendo allo stesso tempo il potenziamento della rete di infrastrutturazione sociale con il coinvolgimento di soggetti pubblici ed Enti del Terzo Settore. Alla base di “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” vi è la chiara consapevolezza della necessità di sperimentare e rendere operativi nuovi strumenti e nuove competenze, professionalità e risorse per garantire un sostegno adeguato alle persone con disabilità nel momento in cui le loro famiglie non risultino più in grado di fornirlo, andando però a scardinare il sistema di standardizzazione del supporto in questione, a cui purtroppo ancora oggi le persone con disabilità sono sottoposte, e ripensando i sostegni a loro dedicati seguendo la variabilità e la complessità dei loro bisogni, e quindi in un’ottica di personalizzazione di progetti, risorse, interventi attivati e da attivare.

La L.112/16 è un tentativo concreto di risposta, ma ad oggi il sistema di presa in carico non garantisce ancora l’accesso. L’attuazione della L.112/16, infatti, sta evidenziando che la legge da sola, in assenza di adeguati strumenti e modelli da seguire, non è sufficiente a garantire le adeguate risposte attese, con conseguenti discriminazioni di varia natura. Per questo nasce il progetto di Anffas: per individuare innovativi strumenti, luoghi ed attori che possano integrarsi efficacemente, in ottica sinergica nel sistema esistente ed in modo sussidiario rispetto all’ente pubblico.

In particolare gli obiettivi del progetto sono:

  • sperimentare forme congiunte di organizzazione e funzionamento dei punti unici di accesso (PUA) per la realizzazione del Progetto di Vita di cui all’art. 14 della L.328/00
  • sperimentare la costituzione di sportelli (35 sportelli su tutto il territorio) per la progettazione individualizzata per il concreto accesso alle misure previste dalla L.112/16
  • coinvolgere persone con disabilità e famiglie (nello specifico, 350 persone con disabilità tra i 18 e i 64 anni e 700 genitori e familiari tra i 35 e gli 85 anni) in un percorso di empowerment e partecipazione attiva ai vari momenti della valutazione multidimensionale, della progettazione individualizzata e di implementazione dei diversi sostegni ed interventi unitamente ad operatori del settore pubblico e privato
  • formare i componenti delle Unità di Valutazione Multidimensionale (nello specifico professionisti, operatori e tecnici di età compresa tra i 20 e 67 anni) sull’utilizzo di sistemi avanzati e validati scientificamente in grado di realizzare la valutazione multidimensionale dei bisogni e degli esiti rispetto ai vari e diversi domini della Qualità della Vita
  • sperimentare forme integrate di costruzione e gestione del budget di progetto con connessa implementazione del case manager

Tra i risultati che il progetto si propone di raggiungere vi sono anche una raccolta sistematica nazionale sulle misure previste dalla Legge 112/16 (buone pratiche, pratiche promettenti, percorsi di emancipazione, autonomia e vita indipendente, ecc.), linee guida e manuali sull’implementazione della Legge 112/16 rivolti a operatori del settore e componenti delle equipe multidisciplinari, persone con disabilità, familiari, ecc.), raccomandazioni per i responsabili dei servizi e decisori politici, almeno 35 sportelli per la progettazione individualizzata e la vita indipendente attivati e sperimentati, un big-data con la raccolta di tutti i dati relativi ai singoli progetti realizzati nel corso dell’iniziativa, almeno 5.000 destinatari indiretti sensibilizzati ed informati in merito alle possibilità offerte dalla legge 112/16, con priorità a quelli maggiormente coinvolti dalla tematica.

Gruppo di medici in camice bianco
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Chi è e cosa fa il medico rappresentante Anffas?

Anffas Torino ringrazia il dottor Franco Rappelli, che lascia il suo incarico di medico di categoria per la nostra associazione, lavoro svolto con dedizione e professionalità per quasi quarant’anni.

Ma chi è e cosa fa il medico rappresentante Anffas?
Ecco la spiegazione tratta dal sito nazionale www.anffas.net (qui il link).

Ai sensi e per gli effetti dell’art. 1 comma 3 della Legge n. 295/1990 e dell’art. 20 della Legge 102 del 3 agosto 2009, Anffas Onlus rappresenta – in seno alle Commissioni di I grado (integrate Asl/Inps) e di II grado (Inps) e alle Commissioni uniche per l’accertamento dell’invalidità civile, stato di handicap e disabilità – le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e, pertanto designa i propri medici rappresentanti “di categoria” su tutto il territorio nazionale al fine di garantire che siano rispettati i diritti delle persone con disabilità che si sottopongono a visita.

Il medico rappresentante Anffas è un medico, regolarmente iscritto all’ordine dei medici chirurgi, preferibilmente in possesso di specializzazioni e profili ad hoc (es. neurologia, neuropsichiatria, neuropsichiatri infantile, ecc.), che ha acquisito specifiche e adeguate competenze ed effettiva conoscenza delle condizioni, necessità, e peculiarità relativamente alla disabilità intellettiva e/o relazionale, anche in chiave medico legale.

Il medico, una volta formalmente designato da Anffas Onlus e convocato dall’Asl e/o Inps di competenza, è chiamato a partecipare a tutte le riunioni nelle quale sono state calendarizzate visite rientranti nelle disabilità e rientranti nell’elenco di seguito scaricabile al fine di garantire che le persone con disabilità intellettiva sottoposte a visita siano correttamente valutate e supportate a garanzia del rispetto dei propri diritti.

Elenco patologie Anffas

Disegno famiglia con persona con disabilità
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Ufficio Pubblica Tutela, a novembre interviste conoscitive con le famiglie di Anffas Torino

Nell’ambito del progetto “La cultura dei diritti”, a breve i soci di Anffas Torino verranno contattati dall’Ufficio Pubblica Tutela, nello specifico dagli avvocati Alessandro Manzo e Marta Perrulli, che stanno collaborando col nostro Servizio SAI?, per un’intervista volta a sondare le conoscenze delle famiglie circa gli strumenti di tutela e protezione giuridica per le persone fragili, quali per esempio i disabili intellettivi.

Queste interviste consentiranno all’Ufficio Pubblica Tutela, nell’ambito della propria funzione di coordinamento e monitoraggio, di individuare un campione significativo di famiglie che giornalmente devono relazionarsi con i propri parenti con disabilità intellettiva, analizzando la consapevolezza delle stesse famiglie rispetto alle potenzialità offerte dalla tutela/amministrazione di sostegno.

La raccolta di informazioni costituirà un valido aiuto per conoscere la situazione in atto, al fine di attivare migliori soluzioni per la protezione dei soggetti sottoposti a provvedimenti di tutela giuridica, nonché per consolidare il ruolo di service svolto in collaborazione da Anffas Torino e dalla pubblica amministrazione.

COLLABORAZIONE CON LA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI

A questo proposito, Anffas Torino sta studiando una protocollo di intesa con la Federazione Malattie Rare Infantili, per attivare un servizio di informazione dedicato proprio alla tutela e alla protezione giuridica delle persone fragili. La collaborazione tra le due associazioni è già in atto: lo scorso 20 maggio è stato organizzato in sinergia il convegno online “Il sostegno alla vita adulta: disabilità, malattie rare e complesse” (clicca qui per il resoconto).

La prossima tappa sarà un servizio informativo curato da Anffas, con delle FAQ pubblicate sul sito della FMRI e con la disponibilità di attivare consulenze dirette. Il questionario proposto dall’Ufficio Pubblica Tutela ai soci di Anffas servirà anche per migliorare questo servizio.

Logo INPS
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“Incremento al milione” delle pensioni per invalidi totali estese ai maggiorenni

Con la circolare n. 107 del 23 settembre 2020, l’INPS ha decretato “il riconoscimento del c.d. “incremento al milione” dal compimento del diciottesimo anno di età nei confronti dei soggetti invalidi civili totali, sordi o ciechi civili assoluti”, ossia l’aumento della pensione sino a un massimo di 651,51 euro mensili. Tale incremento, con la precedente normativa, era riconosciuto al compimento del sessantesimo anno di età, mentre adesso è esteso a tutti i maggiorenni.

SCARICA LA CIRCOLARE INPS numero 107 del 23/09/2020

Questa la motivazione: “Secondo la Corte Costituzionale il requisito anagrafico di sessanta anni è irragionevole e discriminatorio perché il soggetto totalmente invalido, pur se di età inferiore ai sessanta anni, si trova in una situazione che non è certo meritevole di minor tutela rispetto a quella in cui si troverebbe al compimento del sessantesimo anno di età (…) Le parole “di età pari o superiore a sessanta anni” sono sostituite dalle seguenti: “di età superiore a diciotto anni”.

IN COSA CONSISTE L’AUMENTO DELLA PENSIONE

Questo si traduce in un aumento tale da raggiungere totalmente fino a 651,51 euro mensili che verrà erogato, qualora siano rispettati alcuni limiti reddituali, a invalidi civili totali, ciechi civili assoluti e sordi titolari di pensione di inabilità o di pensione di inabilità di cui alla legge n. 222/1984, (pensione di inabilità lavorativa) dai 18 ai 60 anni.

CHI HA DIRITTO ALL’AUMENTO DELLA PENSIONE

Qualora rientrino in precisi limiti reddituali, hanno diritto ad una maggiorazione economica tale da garantire un reddito complessivo pari, per il 2020, a 651,51 euro per tredici mensilità i titolari di:

  • pensione di inabilità (invalidi civili totali, ciechi civili assoluti e sordi)
  • pensione di inabilità di cui alla legge n. 222/1984

tra i 18 e i 60 anni.

Sono esclusi gli invalidi parziali.

I LIMITI REDDITUALI PER L’AUMENTO DELLA PENSIONE

Rispetto ai requisiti reddituali va fatto notare che all’aumentare del reddito diminuisce progressivamente l’incremento: per questo non si tratta di un aumento standard uguale per tutti. Inltre i limiti di reddito cambiane a seconda che il soggetto sia solo o sposato.

Qui i requisiti reddituali (importi 2020):

a) il beneficiario non coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 8.469,63 euro (pari all’importo massimo moltiplicato per tredici mensilità);

b) il beneficiario coniugato (non effettivamente e legalmente separato) deve possedere:

  • redditi propri di importo non superiore a 8.469,63 euro;
  • redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiore a 14.447,42 euro.

Se entrambi i coniugi hanno diritto all’incremento, questo concorre al calcolo reddituale. Pertanto, nel caso in cui l’attribuzione del beneficio a uno dei due comporti il raggiungimento del limite di reddito cumulato, nulla è dovuto all’altro coniuge. Se invece il limite non viene raggiunto, l’importo dell’aumento da corrispondere a un coniuge deve tener conto del reddito cumulato comprensivo dell’aumento già riconosciuto all’altro.

COME CALCOLARE I LIMITI REDDITUALI

Ai fini della valutazione del requisito reddituale concorrono i redditi di qualsiasi natura, ossia i redditi assoggettabili ad IRPEF, sia a tassazione corrente che a tassazione separata, i redditi tassati alla fonte, i redditi esenti da IRPEF, sia del titolare che del coniuge.
Non concorrono al calcolo reddituale:

  • il reddito della casa di abitazione,
  • le pensioni di guerra,
  • l’indennità di accompagnamento,
  • l’importo aggiuntivo di 300.000 lire (154,94 euro) previsto dal comma 7 dell’articolo 70 della legge 23 dicembre 2000, n. 388,
  • i trattamenti di famiglia,
  • l’indennizzo previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210, in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati.

COME FARE PER AVERE LA MAGGIORAZIONE

La maggiorazione segue strade diverse a seconda che si tratti della pensione di inabilità assistenziale o previdenziale. Pertanto, fermo restando il possesso dei requisiti previsti:

  • agli invalidi civili totali, ciechi assoluti e sordi titolari di pensione di inabilità a decorrere dal 20 luglio 2020 è riconosciuta d’ufficio (quindi senza bisogno di presentare domanda)
  • i soli titolari di pensione di inabilità previdenziale di cui alla legge n. 222/1984 devono invece presentare domanda. In questo caso il beneficio viene attribuito dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, sempreché ricorrano le condizioni reddituali e il compimento dell’età stabilita dalla disposizione. L’INPS precisa inoltre che la decorrenza non può comunque essere anteriore al 1° agosto 2020. Per i titolari di pensione di inabilità che presentino la domanda di beneficio entro il 9 ottobre 2020, può essere riconosciuta la decorrenza dal 1° agosto 2020, ove espressamente richiesto.”

In caso di dubbi o necessità particolari, chiedi informazioni allo Sportello S.A.I. di Anffas Torino al al numero 011-3810723