Copertina Comunicazione aumentata e alternativa
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Corso di formazione sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA)

Con Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) si indica un insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie atte a semplificare e incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà a usare i più comuni canali comunicativi, con particolare riguardo al linguaggio orale e alla scrittura. Viene definita Aumentativa in quanto non si limita a sostituire o a proporre nuove modalità comunicative ma, analizzando le competenze del soggetto, indica strategie per incrementare le stesse (ad esempio le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, nonché i segni); Alternativa in quanto si avvale di strategie e tecniche diverse dal linguaggio parlato. Tale “approccio” ha come obiettivo la creazione di opportunità di reale comunicazione e di effettivo coinvolgimento della persona; pertanto dev’essere flessibile e su misura della persona stessa.

Anffas Torino aveva affrontato questo importante argomento nel corso di formazione intitolato “Disturbi dello spettro autistico in età adulta, possibili aree di intervento e strumenti”, che si è tenuto lo scorso febbraio, in particolare con gli interventi delle dottoresse Nataly Vivenzio e Carla Tagliani del Centro sovranazionale per la CAA Ca Grande (Milano).

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Ora è disponibile in rete un altro corso di formazione: “CAA: risorse e strategie. Un contributo qualificante per la scuola dell’inclusione e dell’innovazione”, iniziativa di Fondazione per la Scuola e Fondazione Paideia, nell’ambito del progetto Riconnessioni.

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Questi gli argomenti del corso.

  1. Introduzione alla Comunicazione Aumentativa Alternativa – Avere difficoltà nell’espressione verbale, non poter esprimere a parole i propri bisogni e pensieri causa difficoltà di relazione e di partecipazione al proprio contesto di vita. A volte si aggiungono difficoltà di comprensione verbale che rendono il percorso di vita ancora più complesso. La Comunicazione Aumentativa Alternativa è una pratica clinica che nasce con l’intento di compensare tali difficoltà, favorendo la partecipazione.
  2. Il testo in simboli della CAA – Per chi non ha accesso ai testi la scrittura in simboli rappresenta una facilitazione. Proponendosi come sistema integrato (sinsemia), il libro in simboli apre a diverse possibilità di lettura condivisa. Anche questo tipo di testo, come tutti gli altri, ha livelli diversi di complessità; è compito del docente scegliere quello adatto ad ogni bambino, confezionarlo “su misura”.
  3. Dalla proto-lettura alla lettura accessibile e personalizzata – Pur avendo compiuto un percorso evolutivo dal gesto al linguaggio, nella comunicazione permane ancora il gesto deittico; lo utilizziamo nella lettura dei libri in simboli (modeling). La capacità di riferirsi a oggetti e dati esterni e di tenere vivo il collegamento al contesto assicura un efficace apprendimento al simbolico, favorendo l’esperienza di acquisizione dei significati. Con queste competenze possiamo costruire l’accessibilità e promuovere la personalizzazione della lettura.
  4. L’atmosfera di parola e la lettura partecipata – Il libro è un oggetto aperto, come lo è ogni storia; dentro possiamo afferrare diverse possibilità di comprensione, interpretazione, apprendimento. Una efficace strategia di inclusione inizia con la creazione di un’atmosfera di parola (spazio e tempo in cui far risuonare i significati e sviluppare competenze comunicative). Così accade la partecipazione, ancor più facilitante quando assume sembianze di gioco. E allora il gruppo classe diviene comunità narrativa…
  5. I libri in simboli per lo sviluppo della competenza lessicale – I libri sono come scrigni, che contengono nuclei di parole connesse fra loro da rapporti di significato. Nei libri in simboli, questi rapporti emergono in modo particolare grazie ai pittogrammi, che comunicano in maniera diretta il significato delle parole in costante dialogo con il testo alfabetico; fra parole a forma di iceberg, sinonimi e polisemia, il viaggio nel lessico mediato dalle storie rende l’apprendimento un’esperienza piacevole e partecipata.
  6. L’approccio della grammatica valenziale nei libri in simboli – Secondo il modello valenziale, la frase è come un dramma in miniatura. Allo stesso modo, un buon numero di simboli della CAA mette in scena una rappresentazione del significato essenziale e ben formata. Grazie a questa proprietà, i libri in simboli possono costituire un primo strumento per riflettere con gli studenti in modo attivo e partecipato sulla struttura nucleare della frase, coniugando il piano della semantica e quello della sintassi.
  7. I simboli della CAA nell’apprendimento dell’italiano L2 – Utilizzare i simboli nella didattica della lingua L2 può essere di supporto per rinforzare l’accesso al significato delle parole. In una classe con alunni di madrelingua non italiana può rappresentare inoltre uno strumento di inclusione adatto a tutti. Si vedranno esempi di lavoro sul lessico a partire da I libri per tutti, esperienze pratiche in una classe di scuola primaria e alcune proposte di sviluppo per la didattica.
  8. Una biblioteca per l’inclusione – Le persone responsabili dei processi di cambiamento, a cui tutti oggi siamo provocati, manifestano attitudini in grado di creare intelligenza collettiva. Immaginando e progettando nuovi contesti inclusivi, le biblioteche si presentano come ambienti facilitanti la comunicazione e la relazione interpersonale, per essere riconosciuti come spazi privilegiati per la crescita di comunità narrative.